Per i nostalgici: installazione di Red Hat Linux 6.1

Red Hat 6.1: schermata di benvenutoLa prima domanda è ovvia: ma perché uno dovrebbe scrivere (ed anche leggere) di una distribuzione così vecchia?
Per quanto riguarda il motivo per cui ho voluto scriverne, è semplice: per me è stata la prima distribuzione linux, quella con cui ho iniziato ad usarlo, con la quale i miei pc hanno iniziato ad essere “dual boot”. Quindi l’ho fatto per affetto. Perché qualcuno dovrebbe leggerlo? Forse perché magari c’è scritto qualcosa di ancora utile, o per sola curiosità.
Io ne ho ancora una in una macchina virtuale in un angolino del mio pc.

Introduzione

Red Hat 6.1 era un prodotto estremamente interessante per molti utenti per chi non vuole troppi fronzoli ma allo stesso tempo desidera dei tool di configurazione che non costringa troppo spesso a mettere mano a file di sistema; il tutto accompagnato da un’alta stabilità e da una compatibilità senza uguali.
A partire dalla versione 6.1 l’installazione avviene in un comodo ambiente grafico (Anaconda), che guida l’utente in modo semplice attraverso le impostazioni e le selezioni richieste; in realtà anche il tool pseudo-grafico (utilizzabile ad esempio nel caso in cui all’avvio la scheda video non sia correttamente supportata) non offre particolari difficoltà e segue i soliti passi della versione più amichevole. Nel corso del tempo il processo di installazione si è affinato, ma non è stato modificato radicalmente (le sue incarnazioni più recenti sono presenti in Fedora); di seguito si fa riferimento alla versione presente nella 6.1.

Operazioni preliminari

L’installazione parte semplicemente avviando dal primo cd-rom della distribuzione (nel caso in cui la macchina non supportasse il boot da cd-rom, nella cartella /dosutils sono presenti i tools per creare i floppy di boot). Dopo la prima schermata testuale, parte l’installazione grafica (a meno che non si chieda esplicitamente un’opzione diversa) e chiede le prime impostazioni: tastiera, lingua, mouse.

Scelta del tipo di installazione

Red Hat 6.1: scelta del tipo di istallazioneDopo alcuni settaggi piuttosto semplici, si giunge alla richiesta di quale tipo di installazione si voglia portare a termine:

  • Gnome/KDE workstation: tutte le partizioni linux presenti vengono cancellate, e si procede ad una installazione preimpostata che utilizza l’ambiente grafico scelto (per default Red Hat utilizza Gnome).
  • Server: cancella tutte le partizioni presenti ed esegue un’installazione completa, con particolare orientamento all’utilizzo server.
  • Custom: è l’utente che sceglie ogni impostazione.

Quest’ultima è sicuramente l’opzione da preferire, dato che non si trovano difficoltà particolari e che si può ridurre il software istallato (che è spesso sovrabbondante per l’utente normale): infatti è preferibile non istallare i vari server (ftp, web, ecc.) a meno che non si intendano effettivamente utilizzare. Nel seguito si supporrà di aver scelto il caso Custom.

Settaggi disco

Red Hat 6.1: setup discoA questo punto si giunge alla finestra attraverso la quale si modificano i settaggi relativi alle partizioni. Se avete scelto di istallare il sistema in una partizione dos, dovete selezionarne una tra quelle mostrate e con l’opzione ‘edit’ impostarvi il mount point che nel caso più semplice sarà ‘/’ (root). Se invece state riservando uno spazio a linux, dovete trasformare dello spazio vuoto in (almeno) una partizione con filesystem ext2 e una di swap. Queste operazioni sono in realtà delicate per il fatto che si operano delle modifiche alla tabella delle partizioni, ma il tool (Disk Druid) non presenta difficoltà particolari e offre un ampio margine di sicurezza: da ricordare che la tabella viene modificata solo al termine di tutte le operazioni, per cui è possibile sempre effettuare delle modifiche. Il passo successivo chiede di formattare le partizioni appena create.

Lilo

Come boot-loader viene istallato LILO. La finestra permette di selezionare tra i sistemi disponibili, di variare le etichette e di scegliere quale sarà il sistema ad essere avviato di default; è anche possibile scegliere di creare un floppy di boot, utile nel caso di problemi. E’ possibile far risiedere Lilo sul Master Boot Record (nel caso in cui il sistema non abbia altri boot-loader) oppure sul primo settore della partizione che abbiamo riservato a Linux: in questo caso Lilo si occuperà solo di caricare Linux, mentre all’avvio sarà necessario un’ulteriore programma che permetta di scegliere quale sistema debba partire.

Configurazione della rete

Red Hat 6.1: configurazione della reteSe sul vostro pc è stata rilevata una scheda di rete adesso è il momento per configurarla. Le informazioni da inserire sono quelle classiche: indirizzo IP, netmask, dominio, broadcast, nome dell’host, gateway e indirizzi DNS. Questa configurazione non ha nessuna influenza sulle impostazioni Internet riguardanti le connessioni dial-up.

Scelta del fuso orario

La schermata successiva serve a selezionare il fuso orario. Nelle release più recenti viene automaticamente dedotto dalla scelta della lingua, ma nel caso in cui questo non accada o che non si adatti alla vostra situazione basta selezionare dalla cartina o dall’elenco la città di riferimento.

Configurazione account utenti e autenticazione

Viene adesso richiesta la password di root (l’amministratore di sistema) ed inoltre è possibile creare gli account degli utenti ordinari con le relative password. La creazione degli utenti non è obbligatoria, mentre lo è la scelta della password di root. I settaggi di autenticazione presentati nella schermata seguente stabiliscono quali tipi di controlli deve eseguire il sistema al momento del login. Le impostazioni di default sono corrette per la maggior parte degli utenti.

Scelta del software da istallare

Red Hat 6.1: selezione dei pacchettiLa scelta del software da istallare può avvenire sia indicando quale tipologia di pacchetti vogliamo sul nostro pc (ad esempio Gnome, Kde, Multimedia, ecc.), sia (dopo aver selezionato “Scelta individuale dei pacchetti”) indicando esattamente quali programmi si desiderano; la prima è certamente indicata per un utente poco esperto oppure che non abbia problemi di spazio su disco, mentre la seconda presuppone  una buona conoscenza dei pacchetti a disposizione. Ovviamente la scelta dei gruppi oppure dei programmi da istallare dipende da molti fattori, come le esigenze personali, i propri gusti, lo spazio su disco e principalmente l’uso che si intende fare del proprio sistema Linux. Le installazioni di gruppo sono abbastanza abbondanti, ma risultano piuttosto funzionali e complete. Grazie al controllo automatico delle dipendenze è sempre garantito che a installazione eseguita nessun pacchetto sia privo di tutto ciò che necessita dal punto di vista delle risorse software.

Configurazione di X

Red Hat 6.1: configurazione di XNel caso in cui vorrete usare l’interfaccia grafica, questo è il momento per impostare alcuni parametri necessari al suo corretto funzionamento. E’ necessario scegliere dall’elenco il monitor che si utilizza (oppure impostarne manualmente le caratteristiche) e successivamente la scheda video e la relativa quantità di memoria video. I pulsanti in basso permettono di personalizzare la configurazione di X (ovvero di selezionare la risoluzione e la profondità del colore: è sicuramente la strada da preferire), di attivare il login grafico piuttosto che a riga di comando oppure di saltare completamente la configurazione.

Fine

Red Hat 6.1: Fine istallazioneAdesso non resta che attendere che vengano copiati i pacchetti che abbiamo selezionato e successivamente riavviare il sistema. Nel caso in cui sia necessario impostare altri settaggi si può utilizzare i comandi (come utente root):

#setup

oppure

#linuxconf

Nel caso in cui preferiate l’ambiente grafico, potrete sfruttare il Control Panel.

3 Risposte a “Per i nostalgici: installazione di Red Hat Linux 6.1”

    1. Ciao! E’ quasi incredibile che tu stia valutando questa distribuzione oggi! Te li cerco e ti faccio sapere. Può darsi che abbia anche il cd da qualche parte…

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